Nodulo Freddo Tiroide

Nodulo Tiroide Dottor Endocrinologo Antonio Stamegna
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Nodulo Freddo Tiroide

I noduli tiroidei sono annoverati tra le alterazioni più diffuse della tiroide e, nella maggior parte dei casi, sono innocui o addirittura invisibili, poiché spesso non causano disturbi. Solo nel momento in cui i noduli iniziano a crescere, possono rendersi visibili e causare una sensazione di pressione o difficoltà a deglutire.
I noduli tiroidei sono relativamente comuni e aumentano con l’avanzare dell’età, con una maggiore predisposizione delle donne a manifestare alterazioni della tiroide rispetto agli uomini.
In alcuni casi, tuttavia, un nodulo di questo tipo può portare a una diagnosi di cancro alla tiroide, pertanto è consigliabile sottoporsi a una visita medica e, se necessario, a un trattamento adeguato.

Come si formano i noduli tiroidei?

I noduli tiroidei si formano quando le cellule in aree distinte della tiroide si moltiplicano e/o si ingrossano notevolmente. I noduli si contraddistinguono per il tipo diverso di crescita: mentre alcuni crescono solo in misura limitata, altri diventano sempre più grandi.

Sintomi

La maggior parte dei noduli tiroidei, anche quelli che potrebbero diventare noduli cancerosi, sono asintomatici. Dunque, la diagnosi di nodulo tiroideo si fa mediante una ecografia della tiroide.
Il nodulo caldo invece, in quanto funzionante, può rendersi evidente mediante sintomi da aumentata produzione di ormone tiroideo (nodulo iperfunzionante), in questo caso avremmo sintomi da ipertiroidismo e valori di TSH, FT4 e FT3 alterati. Questi stessi valori, in caso di nodulo freddo tiroideo, non sono alterati e non aiutano nella diagnosi di nodulo tiroideo.

Cause

La formazione di un nodulo tiroideo è maggiore nei casi di familiarità per noduli alla tiroide o comunque per familiarità per patologie tiroidee in genere.
Nei casi di ipotiroidismo, l’aumentata produzione di TSH stimola la tiroide a produrre più tiroxina e, nel tempo, ciò può portare ad un ingrandimento di tutta la tiroide e alla formazione di noduli.

Diagnosi

Nodulo TiroideoIl nodulo tiroideo viene spesso rilevati per caso durante un esame di controllo della regione del collo come per ecodoppler dei vasi epiaortici oppure nel corso di una visita ginecologica passando la sonda convex sul collo oppure durante una visita endocrinologica completa di “look” ecografico.

Analisi del sangue periodiche con controllo dei valori degli ormoni tiroidei non sono utili per individuare tempestivamente noduli tiroidei poiché questi noduli non comportano alterazioni ormonali. È, dunque, necessario effettuare una ecografia della tiroide.
Frasi come “signora lei è ha un TSH nella norma dunque è inutile che le prescriva una ecografia della tiroide” denotano la poca conoscenza / supponenza / “ignoranza” dell’argomento.

Come comportarsi in caso di nodulo Freddo alla tiroide.

Esistono delle caratteristiche ecograficamente rilevabili che possono indirizzare verso la diagnosi di benignità del nodulo:

  1. Nodulo cistico, cioè liquido, cioè senza tessuto all’interno appare all’ecografia completamente nero – si tratta di un nodulo assolutamente benigno che tende a formarsi nell’ambito di tiroidi ipofunzionanti e stimolate dal TSH ipofisario; possono regredire con un’adeguata terapia o con semplice supplementazione di iodio;
  2. Nodulo isoecogeno, contiene tessuto al suo interno; in questo caso vanno valutati questi parametri: se i margini del nodulo sono ben evidenti o scarsamente definibili, se la vascolarizzazione è periferica o intranodulare.

In base a queste due caratteristiche, l’endocrinologo può valutare di proseguire l’approfondimento diagnostico mediante esame citologico del tessuto prelevato con ago sottile (FNAC meglio conosciuto come “ago aspirato”).

L’obiettivo di quest’ultimo esame è quello di individuare pazienti che devono essere sottoposti a rimozione chirurgica della tiroide e quelli che, invece, presentano dei noduli che possono essere controllati periodicamente.

Dal punto di vista citologico, i noduli tiroidei sono classificati con la sigla TIR seguiti dal numero, vediamoli:

  1. Non diagnostico, non si è prelevato abbastanza materiale per poter fare una diagnosi citologica;
  2. Benigno, verrà controllato periodicamente nel corso della visita in studio;
  3. Lesione indeterminata a basso rischio, si suggerisce periodico controllo ecografico con indicazione a ripetere l’agoaspirato a distanza;
  4. Lesione indeterminata ad alto rischio, si suggerisce la tiroidectomia
  5. Sospetto per malignità, si suggerisce la tiroidectomia;
  6. Carcinoma della tiroide, si suggerisce e con urgenza la tiroidectomia.

Trattamento

La terapia farmacologica: opzione attuabile solo per i piccoli noduli freddi nei casi di TSH alto. Al paziente vengono somministrati ormoni tiroidei, solitamente in associazione allo iodio. Il compito di questi medicamenti è inibire la crescita del tessuto ghiandolare e «tenere sotto controllo» il nodulo. In caso di noduli più grandi o laddove il valore del TSH non mostri spazi terapeutici, il trattamento farmacologico non risulta essere utile, pertanto non è previsto fin dall’inizio.

L’intervento chirurgico

Nel corso di un’operazione viene rimosso solo il nodulo tiroideo oppure un solo lobo della tiroide (termine medico: emitiroidectomia) o l’intera tiroide (leggi articolo: Vivere Senza Tiroide).
La rimozione del solo nodulo o del solo lobo (emitiroidectomia) è possibile se il nodulo è benigno.
Nei casi di nodulo citologicamente a rischio di tumore o già classificato come tumore (TIR5) si procede alla rimozione di tutta la ghiandola.
A tale scopo vengono impiegate diverse tecniche chirurgiche: l’operazione può essere eseguita a cielo aperto, praticando un’incisione nel collo, oppure in laparoscopia, vale a dire tramite una procedura minimamente invasiva. L’intervento chirurgico sarà invece quello tradizionale se si sospetta che il nodulo tiroideo sia maligno oppure se la tiroide è già notevolmente ingrossata.

Post-trattamento

Con la terapia corretta e gli opportuni controlli medici regolari, i noduli tiroidei benigni possono generalmente guarire e anche i tumori maligni della tiroide hanno prevalentemente una prognosi favorevole.
È stato inoltre dimostrato che un’alimentazione equilibrata e un apporto adeguato di iodio possono contrastare la comparsa di noduli tiroidei e altre patologie della tiroide.
Un intervento chirurgico alla tiroide influisce sempre sull’equilibrio ormonale del paziente, indipendentemente dalla quantità di tessuto tiroideo asportato. Questo fa capire quanto sia importante una diagnosi precoce e tempestiva. Quando si opera per carcinoma l’intervento chirurgico sarà molto demolitivo e non si potrà badare a non compromettere le paratiroidi.
Il follow-up in caso di intervento chirurgico alla tiroide comprende, da un lato, la regolazione (farmacologica) ottimale degli ormoni tiroidei e, dall’altro lato, la migliore prevenzione possibile delle recidive della malattia (definita anche profilassi delle recidive). I medicamenti da somministrare dipendono dal tipo di nodulo tiroideo e dalle dimensioni della porzione residua della tiroide. Se la tiroide viene completamente asportata, è necessario attuare una terapia ormonale sostitutiva a vita con ormoni tiroidei e, nel caso di asportazione anche delle paratiroidi, sarà prescritta un’adeguata terapia con calcio e vitamina D.

In conclusione

L’approccio di un endocrinologo alla gestione dei noduli freddi alla tiroide si basa su una valutazione completa e su una comprensione approfondita della storia clinica del paziente, dei risultati degli esami e delle caratteristiche del nodulo stesso, al fine di garantire una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.

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